La Solitudine: La Morte con il Wi-Fi

La solitudine è come la morte, solo che nessuno ti manda fiori. Sei lì, a marcire nella tua stanza, ma invece di un’elegante bara di mogano e una folla di persone commosse, hai un divano sfondato e un feed Instagram pieno di gente che si diverte. La solitudine non è l’assenza di vita; è l’assenza di notifiche. È il limbo moderno, una via di mezzo tra il vivere e l’essere un fantasma che scrolla TikTok alle 3 di notte.

La Solitudine è un funerale silenzioso

Immaginate di essere al vostro funerale. Amici, parenti, conoscenti… Tutti lì a versare lacrime false mentre elogiano quanto foste “un’anima speciale”. Ora, sostituite quella scena con voi sul divano a guardare Netflix, perché tanto non avete programmi per il sabato sera. Ecco, quella è la solitudine: il vostro funerale, ma senza buffet né gente in lutto.

Il problema è che nessuno parla di quanto sia deprimente trovarsi soli. La società ci dice: “Ama te stesso, basti a te stesso, vivi la tua verità”. Ma sapete cosa non vi dicono? Che la vostra “verità” fa schifo quando siete in pigiama da tre giorni e l’unico essere vivente che vi guarda è un gatto che vi giudica in silenzio (peggio per voi se non avete un gatto).

La Morte ti dà un ruolo. La Solitudine ti ignora. 

La morte, almeno, ha la decenza di renderti il protagonista. Sei tu il centro dell’attenzione, con tutti che ricordano i tuoi momenti migliori (o inventano cose belle su di te per non sembrare mostri). La solitudine, invece, ti trasforma in un NPC del videogioco della vita. Non sei il protagonista, non sei nemmeno l'antagonista: sei quello sullo sfondo che nessuno nota. Sei il commesso che dice “Serve aiuto?” e nessuno risponde.

E poi arriva la grande domanda: “Ma perché ti senti solo? Hai un lavoro, hai un tetto sopra la testa, hai... Netflix!” Ah sì, perché chiaramente un abbonamento streaming è tutto ciò che serve per riempire quel vuoto esistenziale.

 La Solitudine è un DLC indesiderato

Se la vita fosse un videogioco, la solitudine sarebbe un DLC obbligatorio che nessuno ha chiesto, tipo quei contenuti extra inutili che ti costringono a scaricare perché “è parte dell’esperienza completa”. Solo che invece di nuove missioni o costumi carini per il personaggio, la solitudine ti dà ore infinite di dialoghi interni e notti insonni.

Sai di essere davvero solo quando parli ad Alexa sperando che risponda con qualcosa di più interessante di: “Non capisco, puoi ripetere?.” E poi ti senti ancora più solo quando capisci che Alexa rappresenta tutte le tue relazioni: un dialogo a senso unico.

Solitudine o Morte? Scegli il tuo veleno.

E allora, qual è la differenza tra solitudine e morte? La morte è definitiva, ha una dignità. La solitudine, invece, è come quella fastidiosa notifica che non puoi ignorare: “Ricordati che non sei importante per nessuno.”

Ma non preoccuparti! Oggi, grazie alla tecnologia, puoi rimanere solo e contemporaneamente guardare il mondo intero divertirsi. I social media sono l’unica piattaforma che riesce a farti sentire meno solo… mentre ti ricorda costantemente che non sei invitato a nulla. È come guardare una festa da dietro una finestra, con un cartello sopra che dice: “Non sei il benvenuto, ma grazie per i like!”

Quindi, la solitudine è peggiore della morte? Non lo so. Almeno la morte non ti fa sentire in colpa per aver saltato la palestra o per aver mangiato un intero barattolo di Nutella alle 2 del mattino. La solitudine, invece, è lì, che ti guarda e ti giudica.

Ma hey, non tutto è perduto! Puoi sempre imparare a convivere con la solitudine, a riderci sopra, a renderla il tuo miglior pubblico per le battute sarcastiche che nessuno ascolta. E magari, un giorno, quando qualcuno ti chiederà: “Ma come va la vita?”, potrai rispondere con un bel sorriso: “Bene! La solitudine è un ottimo motivatore… per mangiare un’altra pizza da solo!”

Chi ha bisogno di fiori, dopotutto?
Per la cronaca, ho chiamato il gatto Solitudine così almeno quando qualcuno mi chiede: “Ma perché l’hai chiamato così?”, posso rispondere con aria saggia: “Perché almeno così, quando dico che la solitudine mi fa compagnia, non sto mentendo del tutto.” 

Voilà, un piccolo capolavoro di ironia felina ed esistenziale.