Livello 1-1: "Benvenuto nel Sim Lavoro, Edizione Prejudice Expansion Pack"

Primo lavoro, primo contratto in regola: una partita nuova nel gestionale della vita adulta. Hai il tuo ufficio standard, le tue scrivanie in grigio corporate e il classico NPC che gioca il ruolo di capo. All’apparenza sembra innocuo, come quegli advisor iniziali che ti spiegano come posizionare i primi edifici. Spoiler: non lo è.

Passano cinque mesi dal mio arrivo. Le risorse sono stabili, la produttività è alta, nessuna crisi. Mi sento quasi come se stessi costruendo una città funzionante su SimCity. Poi, alla macchinetta del caffè, scatta il dialogo che attiva il malus nascosto.

Lui: "Ma sei del Sud?" Io, ingenuo, clicco sull’opzione di dialogo sbagliata: "Sì, di origini. Sono nato al Nord ma cresciuto al Sud. I miei genitori sono del Sud."

Errore fatale. Come in un gestionale, ogni parola pronunciata porta a un aumento del livello di difficoltà.

Lui: "Non l’avrei mai detto... sembri educato."

Pausa. Credo che sopra la mia testa sia apparso un enorme segnale di errore, tipo quei popup che dicono ‘Attenzione: Sistema in crash’. Ma no, non finisce qui, perché il capo, evidentemente ispirato dall’algoritmo del razzismo casuale, decide di continuare la conversazione.

Lui: "Se avessi saputo che eri del Sud, non credo ti avrei assunto."

Ecco fatto. Con una singola frase, mi ha ridotto la barra della motivazione al lavoro a zero e ha scatenato un’ondata di discontent tra i miei neuroni. La mia produttività? Crollata, come quando dimentichi di costruire abbastanza centrali elettriche e la tua città si spegne.

Conclusione del livello:

Grazie, capo, per la dose quotidiana di orgoglio professionale. Mi sento davvero incentivato a costruire una carriera qui. Nel gestionale della mia vita, però, sei ufficialmente classificato come “Debuff Permanente”.

La prossima volta che torno alla macchinetta del caffè, magari opto per il silenzio. O, meglio ancora, per il pulsante “Rimuovi NPC”.